Storia dei trulli di Alberobello

Conoscete la storia dei trulli di Alberobello?

Quando il re impose una tassa sulle costruzioni, la gente iniziò a costruire senza l’uso di malta e solo con pietre, delle costruzioni facili da abbattere in caso di ispezione regia.

La costruzione del trullo da necessità a virtù.

Dal 6 dicembre del 1996, i trulli sono diventati patrimonio dell’umanità dell’UNESCO.

Il trullo più grande  è chiamato Trullo Sovrano che fu sede della confraternita del Santissimo Sacramento, è ora adibito a museo ed è possibile visitarne l’interno arredato secondo il gusto d’epoca.

Ogni trullo veniva marchiato con  simboli astrologici e religiosi tracciati sui tetti. Camminando tra le viuzze potete tranquillamente visitare gli interni. Alcuni di essi sono a due piani e quindi con vista panoramica.

L’interno di un trullo

 

Casa Pezzolla

In una zona centrale dell’abitato compresa fra il quartiere Aia Piccola e Piazza del Popolo sorge il più grande complesso di trulli contigui e comunicanti  identificato come Casa Pezzolla dal nome degli ultimi proprietari.

Oramai pochissime sono rimaste abitazioni, prevalentemente sono state trasformate in negozietti, ristorantini o b&b.

I trulli di Alberobello diventano spesso i protagonisti del festival delle luci rendendo l’ambiente magico ed inverosimilmente fiabesco.

Nulla di particolare per chi immagina solo delle luci colorate che illuminano ogni abitazione, ma i trulli non sono delle normali case, non sono dei coni con la punta all’insù, rappresentano la storia rurale di un borgo che ha iniziato a costruire in povertà usando l’unica materia prima che il sottosuolo regalava: la roccia calcarea.

 

 

 

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Annalisa classe ‘77, salentina doc. Lavoro per un’azienda pubblica. Mamma e moglie sopra le righe.

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