Roseto comunale di Roma storia di un giardino di rose

Roseto comunale di Roma storia di un giardino di rose  visitabile  da aprile a giugno tutti i giorni dalle 8.30 alle 19.30, comprese le domeniche e i festivi.

La storia del roseto comunale di Roma ve la racconto come una favola perchè stare seduti sulle panchine e godere di tale spettacolo non  può che essere tale.

C’era una volta una contessa americana, sposa di un conte romano che amava la natura ed aveva ottime nozioni di botanica. Una donna caparbia, che desiderava ardentemente la creazione di un roseto.

Aveva scelto il colle Oppio, all’interno del quale vi era già una raccolta di rose che provenivano dal Vivaio del Governatorato.

Era il 1932 quando dopo tanta fatica il suo desiderio fu realizzato. Era sempre presente nelle fasi di realizzazione e felice dell’esito fece di tutto per promuoverlo all’estero.

Il nome della contessa era Mary Gailey Senni.

Forte e audace, non si limitò solo a realizzarlo, ma volle istituire anche un concorso che divenne solo secondo per costituzione al mondo, Il Premio Roma, dove venivano decretate le rose più belle.

Il concorso durò fino al 1940, anno in cui fu distrutto a seguito della seconda guerra mondiale, ma riprese nel 1951 quando il roseto prese posto appena sopra il circo massimo e di fronte ai resti del Palatino, in un terreno chiamato Orto degli Ebrei, un piccolo cimitero Ebraico che fu trasferito al Verano.

Un ringraziamento alla comunità ebraica che avevano permesso di realizzare il nuovo roseto in un luogo a loro sacro,  fu la realizzazione dei vialetti che dividono le aiuole a forma della menorah, il candelabro a sette bracci, simbolo dell’Ebraismo.

Quante rose vengono coltivate nel roseto comunale di Roma?

Nelle aiuole  di un verde acceso, vengono coltivate circa 1.100 specie di rose provenienti da tutto il mondo, persino dalla Cina e dalla Mongolia.

Di ogni forma ed ogni colore, a cespuglio e rampicanti con boccioli delicati, le rose emanando un odore dolce, intenso e piacevole abbraccia avvolge come un  abbraccio

 

 

 

 

 

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Annalisa classe ‘77, salentina doc. Lavoro per un’azienda pubblica. Mamma e moglie sopra le righe.

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