La Kasbah di Mazara del Vallo è il cuore del paese, situata nel centro storico tra vicoli stretti e colorati.
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Come raggiungere la Kasbah?
Raggiungere la Kasbah di Mazara del Vallo è stato semplice, dopo aver parcheggiato la macchina al porto ed attraversato la strada che costeggia il lungo mare ci addentriamo in un posto unico, accogliente, dai colori caldi e profumi di spezie.
Pochi scalini abbelliti da maioliche e Mazara del Vallo ci da il benvenuto.
Uomini seduti che giocano a carte, bancarelle di souvenir, rampicanti fioriti che abbelliscono i muri che delineano delle stradine strette, quasi a formare dei labirinti.
Non c’è disordine ma una sorta di logica in un piccolo paese dentro un altro. Un paese dall’impronta islamica che si percepisce dallo stile delle abitazioni, dalla musica che fa da sottofondo a dialoghi in lingua araba che si sentono da dentro le case con le finestre aperte.
Storia della Kasbah
Mazara del Vallo è stata la prima cittadina conquistata dagli arabi nel 827 e vi rimasero fino al 1226, anno in cui l’imperatore Federico II li trasferì in Puglia.
Nei nostri anni settanta iniziò l’immigrazione di clandestini tunisini che si stabilivano qui trovando lavoro come manovalanza dei pescatori .
La comunità tunisina è cresciuta tanto da essere ormai parte integrante del paese con il riconoscimento di tutti i diritti al pari degli italiani.
La Kasbah di Mazara del Vallo oggi viene restaurata dagli stessi tunisini secondo il loro gusto e le loro usanze arabegianti.
I quattro quartieri della Kasbah all’interno di un unico grande quartiere.
La Kasbah è suddivisa in quattro quartieri: Giudecca, San Francesco, San Giovanni e Xitta. La caratteristica di questa struttura urbanistica sono i vicoli che formano quasi dei tunnel che poi si aprono a dei cortili grandi difficilmente visibili se non percorrendo questi cuniculi.
L’odore di spezie si unisce armoniosamente a quello del cous cous cucinato nella classica tipica padella tajine, la religione musulmana che si integra a quella cattolica, le maioliche che abbelliscono le strade insieme alle ceramiche siciliane, le indicazioni chieste ai tunisini che rispondono con lo slang siciliano…Ditemi se non è integrazione questa!
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