Il borgo di Oria tra storia e leggenda

Il borgo di Oria ricco di storia e racchiuso da un alone di mistero…La cittadina costruita su un colle mette in mostra un sontuoso castello e la cupola della basilica. Spesso da lontano è offuscata da una fitta nebbia che le ha dato il soprannome di Oria fumosa.

In una notte buia calò la nebbia, un mago era intento a leggere l’oracolo sotto la luce fioca. Era la notte della profezia.

La gente pregava  affinchè il muro del castello che per l’ennesima volta era crollato, non subisse più danni. Proprio in quel momento lo stregone diede il suo verdetto: la prima ragazza vergine incontrata doveva venire sacrificata. E fu così che una bambina venne uccisa e i suoi resti buttati nelle torri del castello.

La madre disperata urlò: “Possa tu fumare Oria, come fuma il mio cuore esasperato”.

Il borgo di Oria è di era medioevale e ruota intorno al Castello di Federico II di Svevia. Costruito nel punto più alto della città, è stato dimora di principi, cavalieri, marchesi e baroni.

E’ facile immaginare la vita ai tempi di Federico II, la gente che svolgeva i mestieri, gli zoccoli dei cavalli che trainavano le carrozze risuonando tra le mura che costeggiavano le stradine strette che spesso venivano interrotte dai gradini.

Questo è il borgo di Oria oggi, un insieme di stradine tortuose che tra scalinate, passaggi pedonali, colonne romane, mura medioevali e chiese rinascimentali lo rendono  un piccolo gioiello dell’entroterra pugliese.

 

 

Adiacente al castello vi è la cattedrale dedicata a Maria Assunta in cielo. Per la sua costruzione è stato usata la pietra di carparo tipica della zona.  Molto bella la torre dell’orologio affianco. Ad adornare il tutto si distingue la cupola composta da mattoncini colorati di rosso, verde, blu e oro.

Se non siete facilmente impressionabili, sotto la Basilica della chiesa vi è la cripta delle mummie risalente al 1500, dove vi sono custoditi  i corpi mummificati dei confratelli dell’ Arciconfraternita della Morte. L’ingresso è gratuito.

L’itinerario che vi sto raccontando è inverso al classico, dalla cima passando tra cunicoli, scendendo scale e senza un percorso  stabilito arriviamo a  Piazza Manfredi, il punto nevralgico della città dove come in passato, la gente è solita incontrarsi e scambiare due chiacchiere. La piazza è preceduta da una delle due porte di accesso,  la  Porta degli Spagnola denominata anche  porta Lecce o Porta Manfredi.

             

La piazza è piena di locali, pub e ristoranti. Non immaginate la solita piazza rotonda, ma si presenta come un corridoio che si allarga in corrispondenza del palazzo principale IL SEDILE, sede del vecchio decurionato. Il nome della piazza è dedicato al figlio dell’imperatore Federico II.

 

A pochi metri dalla piazza si trova Palazzo Martini dove vi è il museo archeologico allestito con i ritrovamenti tombali della civiltà messapica. L’ingresso al museo è gratuito.

Un’anticipazione dei ritrovamenti messapici la si può assaporare a Piazza Lorch. Ben custoditi  in una grande teca trasparente vi sono i resti della necropoli rinvenuti a seguito del rifacimento pavimentale.

Piazza Lorch è al di fuori del centro storico, adiacente a Porta Manfredi.

Oria ha mantenuto nel tempo il suo spirito medievale non solo grazie al’ architettura ma bensì ai suoi rioni: Judea, Castello, S. Basilio e Lama.

I simboli dei rioni vengono rappresentati ovunque anche come semplice ornamento, ma il vero orgoglio degli abitanti di Oria è il torneo che vede i  4 rioni protagonisti di gare e giochi. Il palio è una rievocazione di una festa che Federico II organizzò in onore del padre della sua futura sposa Jolanda di Brienna.

Una manifestazione ricca di colore, azione, folklore, tra sfilate in abiti d’epoca, sbandieratori e cavalieri. Si svolge sempre nel mese di agosto.

Il rione Judea è un altro angolo suggestivo di Oria. Qui risiedeva una colonia ebraica che divenne sempre più popolosa fino a diventarne il più famoso centro del meridione. Nel quartiere ebraico si accede dalla Porta degli Ebrei o detta anche Porta Taranto. Anche qui le strade formano un labirinto stretto e nascosto, molto suggestivo alla vista. E’ bello pensare che non fosse un ghetto, ma un centro attivo e ben radicato.

Sarà la sua posizione su in collina,  sarà il castello perfettamente custodito che predomina imponente, saranno le strade che per chi non è abituato sembrano essere dei precipizi, sarà lo spirito di Federico II che è una costante nella vita del paese, ma passeggiare a Oria è sognare di essere protagonisti di un passato a noi tanto lontano!

 

Annalisa classe ‘77, salentina doc. Lavoro per un’azienda pubblica. Mamma e moglie sopra le righe.

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Questo articolo ha un commento

  1. Una bella descrizione di Oria, non la solita con racconti storici, ma vista con gli occhi di chi ama viaggiare e illustra oltre il sacro anche il profano con foto realistiche e suggestive al tempo stesso. Brava!

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