Centro storico di Ceglie Messapica

Una domenica calda e soleggiata, una macchina e due amiche alla volta del centro storico di Ceglie Messapica.

Ceglie Messapica è uno dei più vecchi comuni pugliesi della provincia di Brindisi.

Si trova su una linea invisibile che divide il salento dalla Valle d’Itria ed è posta su un’altura che le regala un’aria frizzantina e panorami sugli uliveti della murgia, il cui verde argentato viene interrotto da masserie antiche e trulli.

Sicuramente meno conosciuta rispetto ala vicina Ostuni, la sua notorietà è dovuta soprattutto alle eccellenze gastronomiche tanto da essere identificata come capitale della cucina pugliese.

Ceglie Messapica è una cittadina viva con un centro storico antichissimo, delle stradine ordinate e strette che confluiscono nella piazza principale: Piazza Plebiscito.

Una piazza non grande, piena di localini tipici in stile tipico pugliese, fiori e colori che rallegrano il tutto.

Come tutte le piazze dei paesi è piena di gente che la domenica esce per scambiarsi due chiacchiere, mangiare un gelato e godersi la giornata di riposo.

E’ tutto familiare e armonioso!

 

All’interno della piazza c’è la torre ottocentesca: a piano terra  c’è la rampa che conduce alla porta d’entrata, al primo piano c’è un ampio balcone che circonda tutta la torre e all’ultimo piano ci sono gli ingranaggi degli orologi ed i quattro quadranti. Sulla sommità sono presenti due grandi campane.

Dalla piazza in prospettiva si vede la chiesa di san Gioacchino col suo cupolone.

L’intera struttura richiama nella sua forma il Pantheon di Roma.  Fu eretta, a partire dal 1869, su suolo donato da alcuni cittadini, e la costruzione fu affidata ai fratelli Cavallo (maestri muratori del posto).

Da qui al centro storico il tratto è breve,  alcune case sono rimaste intatte nel tempo: costruzioni fatte di pietra e poi dipinte di calce bianche.

Il colore bianco è tipico di questa zona, basti pensare alla vicina Ostuni, ma anche Cisternino ed Alberobello.

La calce bianca si dice che servisse per disinfettare le case dopo il periodo della peste.

Ed eccoci davanti la porta d’ingresso del centro storico: in realtà l’accesso nella città in epoca medievale era consentita da  tre porte

  • Porta del Monterrone. La porta del Monterrone era l’accesso posto a nord del centro abitato, permetteva l’accesso a coloro che arrivavano da Martina, Cisternino e Ostuni. È la più articolata delle porte di accesso, composta da due ingressi distinti, quello posto sul lato destro riservato all’accesso dei pedoni.
  • Porta di Giuso (Juso). Permette l’accesso a quella che attualmente viene chiamata piazza Vecchia, un tempo il centro del borgo.
  • Porta dell’Arco della Croce. La porta, andata distrutta, si trovava ra le attuali piazza Plebiscito e via Giuseppe Elia. Era l’accesso utilizzato dalla famiglia ducale e privilegiato da chi era diretto al castello e alla collegiata.

Dalla Porta del Monterronesi acceda al borgo antico salendo alcuni gradini.

Area riservata solo ai pedoni è caratterizzata da corridoi stretti pieni di negozietti di souvenir e ricami pregiati.

Si cammina piacevolmente incantati da come questo borgo sia stato rivalutato. Case bianche e fiori ovunque e luci da un capo all’altro della strada.

 

 

Nel centro storico si trova il Castello Feudale e  si accede attraverso un ampio portale.

l nucleo originario è costituito dalla Torre Normanna che costituisce la parte originaria del castello e di fronte all’ingresso sono posti una scalinata e un portale cinquecentesco che conducono a una delle parti residenziali (ala destra) che ospita la Sala del Consiglio.

Di fronte al castello vi è la cattedrale dedicata a Santa Maria Assunta, le cui origini risalgono al 1521.

L’interno è maestoso, è decorato da numerosi affreschi opera di Domenico Carella ed è ricco di altari in marmi  di cui uno dedicato al santo patrono della città (sant’Antonio da Padova).

Avevo veramente voglia di perdermi in quelle stradine, bellissimo camminarci e avere la sensazione di essere catapultati in un’altra epoca.

Ma aimè la strada mi ha riportato in piazza Plebiscito che è costeggiata da una delle vie principali: Corso Garibaldi.

Anch’essa strada pedonale, ricca di gelaterie e negozietti. Tra piazza Plebiscito e Corso Garibaldi si svolge la vita mondana del paese.

 

E’ qui che anche se non volete dovete fermarvi per mangiare o gustare un ottimo gelato.

Impossibile non resistere ad odori goderecci, a dolci che svegliano le papille gustative.

Non potevamo resistere nemmeno noi, nonostante la dieta!

 

Comodamente seduti sotto un cielo di ombrelli colorati, abbiamo gustato un gelato ai fichi e il dolce tipico della zona ” O Piscquet“, a base di mandorle tostate con ripieno di marmellata che può variare nei gusti di amarena uva o fichi e poi glassato al cioccolato.

o piscquet ricetta

 

Annalisa classe ‘77, salentina doc. Lavoro per un’azienda pubblica. Mamma e moglie sopra le righe.

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