Viaggiare con bambini è un terno al lotto, nessuno sa mai cosa è meglio fare e seguiamo in parte il modello educativo dei nostri genitori migliorando alcuni aspetti e modellandone altri, ritrovandoci noi stessi a cambiare le nostre esigenze e chiudere per un attimo il nostro cassetto con tutti i sogni.
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- 1 Viaggiare con bambini è un terno al lotto, nessuno sa mai cosa è meglio fare e seguiamo in parte il modello educativo dei nostri genitori migliorando alcuni aspetti e modellandone altri, ritrovandoci noi stessi a cambiare le nostre esigenze e chiudere per un attimo il nostro cassetto con tutti i sogni.
E SE IN QUEL CASSETTO ABBIAMO A MALINCUORE CHIUSO LA VOGLIA DI VIAGGIARE? Riapriamolo perchè viaggiare con i bambini è la cosa più bella che ci possa essere!
Sicuramente ci sarà da abbandonare l’idea del viaggio con zaino in spalla e invece ci sarà da considerare realisticamente il trasporto dei passeggini, borse, borsette, scalda biberon portatile e almeno una valigia in più per tutti i cambi del piccolo e caricarsi psicologicamente di tutta la pazienza possibile immaginabile, ma alla fine ne varrà la pena!
Ricordo mia figlia Francesca nei suoi primi viaggi che appena entrava in macchina chiedeva: “Quando arriviamo?”. Questa domanda di ripeteva in maniera esponenziale per tutta la durata del tragitto in macchina tanto da costringerci a partire solo di notte!
La nascita delle mie figlie, Francesca e Margherita, non ci ha impedito di viaggiare anzi era un modo per stare insieme in un clima di spensieratezza assoluta, lontani dal lavoro e da tutti gli impegni.
La meta dei nostri viaggi divenne il villaggio turistico e lo è stato fino a qualche anno fa, anno in cui mi resi conto che le piccole erano ormai più grandi e meno esigenti.
Il villaggio turistico per chi ha bimbi piccoli è un’ancora di salvezza.
E’ vero che bisogna viaggiare con i bambini, ma sbaglia chi pensa che debba essere il bambino ad adattarsi ad un adulto.
I bambini non possono stare al passo, hanno i loro ritmi, non amano camminare tantissimo, non hanno interesse per i musei o le opere d’arte mentre hanno solo una necessità: giocare!
Le mie figlie che allora avevano circa 5 e 2 anni dopo il primo giorno di adattamento, timidamente iniziavano ad instaurare i primi rapporti di amicizia con i coetanei presenti nella struttura e questo a mio avviso è uno dei tanti insegnamenti che si impara viaggiando: INDIPENDENTEMENTE DALLA NAZIONALITA’ E DALLA LINGUA PARLATA L’AMICIZIA SI INSTAURA A PRESCINDERE!
Non immaginate il resort come una prigione super accessoriata, personalmente per 5 anni è stata per me una valida soluzione:
- i bambini si divertivano
- noi non ci stressavamo
- potevamo concederci delle escursioni in tutta tranquillità in quanto essendoci altre famiglie con figli i cuccioli d’uomo erano in compagnia e non si annoiavano!
Finito il periodo resort, “viaggiare con i bambini” si è trasformato in “viaggiare con ragazzine” facendo si che il famoso cassetto dei sogni si aprisse del tutto!
I viaggi da qualche anno ( un bel pò direi..) sono ritornati ad essere quelli da zaino in spalla iniziando a coinvolgerle anche nelle decisioni e nella mera organizzazione del viaggio stesso.
Stilare insieme l’ itinerario del viaggio è stato per loro un’altro insegnamento: decidendo insieme cosa visitare ha fatto si che le loro proposte, insieme a quelle più impegnative scelte da noi, come per esempio l’ingresso ai musei, fossero accettate senza batter ciglio e stando davanti al pc per trovare informazioni con complicità, ha fatto si che si sentissero capaci di dare un’ opinione, rafforzandone l’autostima.
Prima di partire poi ho preteso che ognuno dovesse gestire le proprie cose: prendere i documenti, farsi la valigia senza dimenticare nulla e portando solo ciò che serve, responsabilizzandoli.
In viaggio preferiamo generalmente visitare la città con i mezzi pubblici (metro o bus) quindi c’è poco da stare comodi e tranquilli, in quanto bisogna capire la mappa metro e sapersi orientare, e credo che sia un altro insegnamento da inserire nella lista!
Non scorderò mai un episodio: eravamo a Budapest Margherita ( la secondogenita), mia zia ed io, la cartina metro era in lingua Ungherese ovviamente e mia figlia mi sorprendeva indicandomi esattamente la direzione da prendere, dove scendere per cambiare linea e riprenderne un’altra.
E poi ne vogliamo parlare della lingua inglese? Ogni volta che mi chiedevano: “mamma chiedi…” io rispondevo: “Chiedi tu a mamma! Lo studi l’inglese a scuola o no?” Ed eccole li a rapportarsi con una lingua straniera! Altro insegnamento da aggiungere alla lista!
I bambini sono una spugna, assorbono tutto e queste esperienze faranno si che quando arriverà quel giorno che chiederanno di voler fare il primo viaggio da sole SAPREMO DI AVER INSEGNATO LORO A VIAGGIARE!